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il primo colloquio

E' un importante strumento conoscitivo, che deve permettere al terapeuta

di valutare la richiesta d'aiuto del paziente, inquadrare nel modo più approfondito possibile la  problematica portata dal paziente e poter indicare

il percorso più adeguato per affrontare le difficoltà individuate.

Il primo colloquio consente la conoscenza reciproca con lo scopo di capire “chi è” il paziente e qual è la sua richiesta, più o meno esplicita.

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Durante il primo incontro, il paziente espone il motivo che lo ha portato a rivolgersi al terapeuta e lo psicologo, fornisce al paziente alcune informazioni relative al suo approccio terapeutico e alle sue competenze professionali e risponde a eventuali domande specifiche relative alle modalità della consulenza.

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Dal primo incontro è possibile poter trarre un quadro generico del tipo di problematiche emotive attuali del paziente e dei fattori che hanno fatto sì

che i sintomi si presentassero proprio in questo momento. 

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Nel momento in cui si decide di iniziare un percorso, verranno delineate le “regole esplicite del contratto” (frequenza e durata delle sedute, onorario e modalità di pagamento, ecc.) e lo psicologo fornisce una descrizione generale del modello di intervento che permette al paziente di farsi una

prima idea del percorso che sta per intraprendere. 

la durata della terapia

La durata della terapia non si può prevedere a priori poiché su di essa incidono diversi fattori. Si tratta di fattori individuali e relazionali

che generano ostacoli o al contrario, facilitano il processo di cambiamento del paziente. Alcuni di questi fattori possono essere la complessità del problema, la capacità, la motivazione del paziente a lavorare su se stesso, il tipo di obiettivo che egli si pone rispetto al cambiamento e il livello di intesa che terapeuta e paziente riescono a raggiungere.

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Ciò che accade nella vita del paziente nel corso del trattamento può avere una grande influenza, perché cambiamenti nelle condizioni

di vita possono agevolare oppure ostacolare il lavoro. 

Il tipo di psicoterapia scelta influenza in parte la sua durata, ma non la determina con certezza, dal momento che non è possibile

conoscere in anticipo la reazione del paziente al trattamento. In linea teorica una “psicoterapia breve” dura di meno, ma il suo successo dipende da tutti i fattori sopra elencati e dal fatto che il singolo paziente risponda favorevolmente allo stimolo costituito da quel particolare tipo di terapia.

 

Analogamente non è detto che psicoterapie che hanno la fama di essere più lunghe lo siano davvero: una persona che si sente molto

male quando si rivolge allo psicologo psicoterapeuta, ma che in realtà non presenta una situazione oggettivamente grave, può risolvere

il proprio problema e sentirsi meglio nel corso di un trattamento breve di qualunque orientamento.

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Solitamente la frequenza degli incontri è settimanale o quindicinale e il tipo di relazione terapeutica, tendenzialmente paritetica e cooperativa, scoraggia fenomeni di dipendenza paziente-terapeuta che possono ostacolare il processo di cambiamento.

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